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Oggi ne parliamo con… Silvana Zambrini

Abbiamo intervistato Silvana Zambrini, Responsabile Volontari di Antea, in occasione del suo 90° compleanno. Ci ha raccontato della sua esperienza e ci ha spiegato perché il volontario Antea è «un punto di unione tra il paziente e la famiglia e gli operatori».

Di cosa ti sei occupata in ambito lavorativo?

Ho avuto la fortuna di lavorare con persone speciali e ho tratto molte soddisfazioni dall’averle conosciute e frequentate. Come segretaria sono entrata in contatto con scienziati appassionati e di fama internazionale, come Giorgio Salvini, fondatore dei Laboratori di Frascati dell’INFN, il primo laboratorio nazionale di fisica delle particelle. A un certo punto mi è sembrato naturale trasferire nel volontariato l’entusiasmo sperimentato in campo professionale.

Qual è il tuo percorso nel volontariato? Come sei arrivata ad Antea?

Sono cresciuta in una famiglia colta e sensibile ai temi sociali: avendo come esempio mia madre, ho compreso fin da piccola l’importanza del volontariato. Ho iniziato come volontaria con i malati di tumore già dal 1967, poi ho contribuito a fondare l’AMSO (Associazione per l’Assistenza Morale e Sociale negli Istituti Oncologici), che collabora con gli Istituti Regina Elena e San Gallicano.

Conoscevo già da tempo il Dott. Giuseppe Casale, quando nel 1996 mi propose di creare il gruppo dei volontari di Antea. Accettai subito di dedicarmi a questa realtà, con l’intento di portare l’esperienza che avevo maturato nella formazione dei volontari. Nel 1997 partirono i primi corsi per volontari e operatori.

Qual è la differenza tra il volontariato in Cure Palliative e quello in altri tipi di assistenza?

Il settore delle Cure Palliative è piuttosto complesso, vista l’impossibilità di guarigione dell’assistito, e di conseguenza richiede la formazione di volontari molto preparati. La motivazione è il requisito più importante, non si tratta del classico volontariato che a volte viene fatto quando non si sa cosa fare nel tempo libero. Questo impegno deve poggiare su solide basi, in primo luogo sull’avere come fine ultimo il miglioramento della qualità di vita del paziente.

Qual è l’identikit del volontario di Antea? Che cosa fa?

I volontari hanno generalmente un buon livello di istruzione e alcuni di loro sono ad Antea da oltre venti anni, a dimostrazione di quanto la motivazione giochi un ruolo essenziale! Un altro esempio di quanto siano eccezionali è che danno la loro disponibilità anche nei fine settimana e per le feste, in linea con l’assistenza che gli operatori prestano 365 giorni l’anno. 

I volontari aiutano le Terapiste Occupazionali, anche a seconda delle proprie abilità e dei propri interessi: c’è chi è appassionato di cucina, chi di storia dei monumenti; una volontaria mette a disposizione le proprie competenze professionali organizzando degli incontri di arteterapia con i pazienti. Alcuni volontari preferiscono dare supporto nelle attività di raccolta fondi e negli eventi di Antea.

Ci hai parlato del rapporto dei volontari con i pazienti. Com’è quello con i familiari?

L’aiuto in questo caso è orientato in particolare all’elaborazione del lutto e avviene mediante il Gruppo Germogli, gestito da un volontario psicologo e da una volontaria esperta in counseling. Si tratta di un gruppo di mutuo aiuto gratuito per chi ha bisogno di parlare con altri che hanno perso un proprio caro.  

Il ruolo dei volontari come si interseca con il lavoro degli operatori?

Il volontario non si sostituisce mai agli operatori, deve tenere ben presente cosa può e deve fare: deve essere dotato di grande equilibrio e di senso di responsabilità. È attento ai bisogni del paziente e della famiglia, stringe con loro una relazione di aiuto basata sull’ascolto. Costituisce un punto di unione tra il paziente e la famiglia e gli operatori: la sinergia che si è creata tra i volontari e l’équipe potenzia il risultato che riusciamo a ottenere tutti insieme.

Cosa fa l’Associazione da quando Antea è diventata Fondazione?

Antea Associazione dal 2020 si dedica esclusivamente al reclutamento, alla formazione e alle attività dei volontari. Rispetto ad altre associazioni ha un privilegio: non si è dovuta introdurre all’interno di una struttura ospedaliera, esisteva già come Antea fin dall’inizio. L’Associazione coesiste con Fondazione Antea: pur avendo differenti peculiarità, perseguiamo gli stessi obiettivi.

Come riassumeresti i tuoi 90 anni appena compiuti? E quali sono i tuoi desideri per il futuro?

Ora che ho festeggiato i miei primi 90 anni, guardando al futuro posso dire di essere così contenta dei risultati ottenuti che sono pronta a proseguire con convinzione il ruolo che mi è stato dato.

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